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      Il Cerruti continuava a strepitare:
      — Ribellione in famiglia, a quanto sembra. Una stupida, che non capisce la sua fortuna ed una donna senza cervello, che dimentica quanto mi deve! Pensa al tuo passato, Rosa, ricordati che hai assistito e anche preso parte a scene ben più violente. Ma la compassione ti ha stravolta, povera innocentina!
      La donna tentò di parlare.
      — Silenzio, la interruppe il Cerruti. Ascolta bene, piuttosto. Se fra un'ora non ti sarai chiusa in camera a doppio giro di chiave, farai conoscenza con la mia frusta. Quanto a te, Bisca, apparecchiati per amore o per forza a dividere il mio letto. A meno che tu non preferisca sentirti i piedini bruciare lentamente sul focolare. È il supplizio, che ti riserbo, ed è eccellente.
      La povera fanciulla, udendo la minaccia, si strinse ancor più col corpicino alla cameriera. Il terrore le impediva financo di piangere. Rosa le passò un braccio intorno al collo, poi cominciò risoluta:
      — Padrone, ascoltatemi. Non ho mai voluto oppormi ai vostri comandi e non comincierò adesso. Volevo solo pregarvi di aspettare. Che ve ne importa? Io preparerò la bambina, le farò comprendere la sua situazione. Non vi chiedo molto. Datemi una settimana di tempo. Voi sapete quanto io sia abile in tal cosa!
      Il Cerruti tentennò la testa, borbottando:
      — È vero! Forse hai ragione. Del resto, preferisco vedermela sottomessa ai piedi, anzichè doverla violentare. Ebbe ancora un gesto di minaccia, urlò:
      — Guai a te, se la farai scappare.
      — No, no, padrone, mormorò la donna.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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