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      Mi risponderà che è contento.
      Un'ombra si proiettò fra i due, che si volsero. Dario Cerruti era al loro fianco.
      — M'avvedo che siete d'accordo. Tanto meglio. Accettate il mio invito, Anna Vincigli?
      I suoi occhi scrutavano la donna, fissi e duri. Costei provò come uno spasimo di paura. Ma si riebbe subito, meravigliata di non trovar strano quell'intervento di un quasi sconosciuto.
      — Sì, lo accetto, rispose.
      — Ve ne ringrazio. Ma vi prego di volervi impegnare a non rivelare a chicchessia quanto potrete vedere o sapere nella mia villa.
      — Oh! Oh! Un mistero!
      — Sì, e grave. Volete impegnarvi?
      — Sì.
      Stese la mano, che le venne afferrata subito dalle dita ghiacciate del Cerruti. Quel contatto, per quanto rapido, impressionò la donna e la costrinse ad appoggiarsi per un istante alla parete, onde riprendere forze.
      I tre si avviarono verso una porta della chiesa, poi si divisero con un breve cenno amichevole. Il Cerruti, rimasto indietro, diede un'occhiata sospettosa per le navate, quasi deserte, poi uscì.
      Appena giunto al basso della scala, che conduce al tempio, venne avvicinato da uno straccione.
      — Oh, sei tu, Pipita!, mormorò.
      — Sì, padrone. Badate che stanno per spiccare mandato di cattura contro di voi.
      Il ciccaiolo si allontanò, frettoloso. Cerruti, rimasto un po' sovra pensiero, riprese la sua via lentamente.
     
      V
     
      La virago
     
      A far conoscere Anna Vincigli basterà il dialogo, ch'ella ebbe la sera col marito. Dicemmo ch'essa non era bella. Tuttavia, dal suo corpo magro, ma proporzionato e non privo di rotondità, e dal viso energico si sprigionava un'aura simpatica, che legava facilmente i cuori degli uomini.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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