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      La piccola Bisca aveva visto con gioia l'arrivo di Anna, sperando inconsciamente in una alleata o per lo meno in un armistizio da parte del Cerruti.
      Anche costui si era rallegrato della presenza di Anna. Fine osservatore, qual'era, avea presto indovinato che l'amore della donna pel Bonci era tutto sensuale e perciò facile a dissiparsi. Inoltre, egli vedeva con soddisfazione svolgersi innanzi a se quel meraviglioso organismo, dotato di un'energia e di un ingegno straordinari per una creatura del sesso femminile. E già col pensiero precorreva il tempo in cui la sua indomabile audacia si sarebbe impadronita di quella donna e l'avrebbe assoggettata ai suoi progetti ed alla sua passione.
      Passò un mese, non turbato da alcun grave avvenimento. Dalla casa usciva soltanto la cameriera Rosa; quanto agli altri, si contentavano di tenersi al corrente del di fuori per mezzo dei giornali. Da questi avevano saputo che la fuga di Anna aveva sollevato un enorme scandalo e che la sua sparizione col Bonci era stata accettata dalla società borghese come un suicidio morale.
      Quanto al Cerruti, poteva rimanere tranquillo, poichè le ricerche della polizia non erano riuscite ad indovinare neanche lontanamente il luogo, ove il mostro si teneva celato.
      Frattanto, ciascuno era occupato a esaminare i compagni, che il destino gli aveva concessi. Il Cerruti si studiava di piacere ad Anna Vincigli, esercitando, lentamente su di lei una suggestione, che, almeno in apparenza, sembrava resa inutile dal temperamento refrattario e robusto della donna.


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Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





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