Io sono pieno d'energia, quanto Lei, e forse più. Badi a non spezzarsi contro di me.
— La sfido.
— Parole! Intanto, Bisca rimarrà qui, sotto di me. E pensi che mi ha giurato il segreto su quanto potrà vedere o udire in casa mia.
— Dinanzi a una vittima non esistono giuramenti. Ma non abbia paura. S'io vorrò strapparle la fanciulla dalle mani, non ricorrerò certo alla legge, che disprezzo. Farò da me o chiederò un aiuto giusto e legittimo.
— Anna, vuol rimanere ancora qui qualche tempo?
— A che fare?
— Chi sa! Forse potrei indurmi a lasciarle Bisca.
L'uomo si era fatto umile e sottomesso. La belva aveva ringuainati gli artigli.
— Non le credo. Ma non rifiuto la sua offerta. Devo ancora maturare molti progetti. La solitudine di questa casa mi piace. Ma procuri di non trovarsi più con me da solo a solo.
— Glielo prometto. Se vuole, licenzierò il Bonci.
— Perchè? E un bravo ragazzo. Non lo amo più, ma gli sono affezionata. E poi, si è rovinato per me.
— Un tempo non la pensava così. Era più libera e più risoluta.
— Gliel'ho già detto. Sono molto cambiata.
Si avviarono di nuovo verso casa, in silenzio. Il Cerruti pensava a un disegno di conquista. Da esperto attore, si era piegato, almeno pel momento, sotto la volontà di Anna, salvo a prendere una rivincita il domani. Per ora, si contentava di sapere quella donna in casa sua, a portata della sua suggestione. Aveva troppa fiducia in sè, per dubitare della riuscita.
Un'occhiata trepida ed interrogatrice di Bisca accolse l'entrata dei due nella sala.
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