La fanciulla bada più alle sue parole che a quelle di qualsiasi altra persona.
— Lo crede?
— Ne sono certa, purtroppo. Ma non si inorgoglisca. Troveremo il mezzo di dissipare quella passione di fanciulla e di toglierle la vittima dalle mani.
— È sempre di quest'idea?
— Certo. E lei spera sempre nel mio amore?
— Io sono sicuro del suo amore, Anna.
La donna si pose a ridere.
— Chi sa, continuò il Cerruti. Forse Ella mi amerà più presto di quanto crede.
— Non me l'auguro. Ma, se mi vuole accontentare, desidero una promessa da lei.
— Sentiamo.
— Mi giuri che non tenterà di possedere Bisca prima di un anno.
— Solo questo? Glielo giuro sulla mia anima dannata, tanto più, che non faccio un grave sacrifizio.
— Grazie. Non desidero altro.
— A questa sera, dunque?
— Sì; e avverta Bisca.
Il Cerruti uscì, Anna rimase melanconica e pensierosa, sotto l'impressione di quella vaga minaccia, che l'uomo dai capelli rossi le aveva fatta ripromettendosi, malgrado ogni resistenza, il suo amore. Che cosa aveva nel cervello quel Cerruti? Quale energia!
Anna si ritirò nella sua camera sospirando e pensando con terrore al moscerino, che era capitato per mala sorte sotto la bava schifosa del ragno.
VIII
Muore un poeta, nasce un'eroina
Siamo di nuovo nel palazzo del banchiere Lima. Nei magnifici appartamenti del primo piano la festa si svolge in quell'ambiente grossolano e rumoroso, da noi altra volta descritto. Un invitato, fra mezzo a quella ricca borghesia, non sarebbe riuscito a scorgere il minimo segno sospetto e molto lo avrebbe meravigliato chi gli avesse suggerito di salire le scale, che conducono all'appartamento superiore, e di dare un'occhiata a un vasto salone, ove una splendida mensa, imbandita sontuosamente, attendeva misteriosi convitati.
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