— Che c'è?, chiese sentendo parlare Anna.
— Dicevo di Bisca, che è tanto innamorata, da sembrare sotto l'incubo di un potente suggestionatore.
— Chi? Bisca innamorata? Quella bambina? E come? Di chi?
— Non te n'eri avveduto?
— No, non so nulla, io. Non ci ho mai pensato. Era tanto bambina!
— Ti rincresce?
— Che dici? Le voglio bene, come un padre a sua figlia. Null'altro.
— Non sai tu di chi è innamorata?
— Di chi?
— Del Cerruti.
Il Bonci lasciò udire un grido. I suoi occhi assunsero, per un istante, un'espressione feroce.
— Non è possibile, borbottò. Quel mostro!
— Proprio di lui, ti ripeto. E non sono riuscita, malgrado ogni mio discorso, a toglierle quell'ubbia di testa. È una bambina, ma possiede un'anima sensibilissima. Si è attaccata tenacemente e nulla, ormai, potrebbe liberarla.
— Ma dobbiamo tentare...
— Che cosa? Lasciamola un po' a sè stessa, invece. Il Cerruti non pensa neanche a quella creaturina, spersa al suo fianco. Forse il tempo sarà migliore medico di noi.
— Ma la piccina resterà, presto, in sua completa balia.
— È vero. Io andrò via, forse fra breve. Ma tu, Bonci, potresti rimanere.
Il Bonci sorrise amaramente.
— Io? Questo, questo e questo! Eh via! Non ti accorgi che me ne vado. Sto per morire, sai.
— Pazzo! Sei il più robusto di tutti.
— Troppo robusto, forse.
In quell'istante il Cerruti si avvicinò, sostenendo una donna discinta, col collo infiammato.
— Siete qui, voialtri?, ghignò.
Lasciò libera la donna, che barcollò e diede indietro. Poi avvicinatosi ad Anna, stese la mano per afferrarla.
| |
Anna Bisca Cerruti Bonci Cerruti Bonci Bonci Cerruti Anna
|