Noi abbiamo viste le prime riunioni, deboli e incerte, tenute il più nascostamente possibile in locali ad esse poco adatti; abbiamo udite le prime voci degli organizzatori rivelare un sistema, confortare gli animi, esortare i dubbiosi. Quei pochi operai, che, allora, venivano silenziosi e timidi nelle piccole sale ad ascoltare parole, mai prima sospettate, adesso sono divenuti legione e riempiono i nostri maggiori teatri, attenti e già fatti riflessivi dall'opera indefessa dei conferenzieri.
Dieci anni or sono un giornaletto, e pochi uomini di coraggio iniziarono la lotta. Poi, venne l'epoca delle persecuzioni, che, procreando vittime, riuscì a rendere fiamma e incendio, quel che prima era semplice favilla. Il terribile dittatore aveva fatto il gesto di distruzione; e a questo risposero prima le serene predizioni degli esiliati, poi l'urlo concorde di una fiumana di popolo. Colpire gli uomini è colpire il vuoto. Dietro ad essi c'è qualcosa di più possente: la grande legge sociale fondata sul fattore economico e sui molteplici fenomeni di tutto un ambiente.
Anna Vincigli, sfuggita dalle mani del Cerruti, si trovò appunto fra mezzo al maggior fervore della lotta. Ormai, il pericolo dittatoriale era passato. La folla, rassicurata, si raccoglieva, mentre gli organizzatori cominciavano a riprendere fiducia ed a riallacciare i fili della loro industre tela, interrotta per un istante dalla bufera.
Quella donna, intelligente ed energica, comprese subito quale fosse il suo posto nella battaglia.
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Vincigli Cerruti
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