Pagina (277/280)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Perchè? Tu mi hai stregato.
      Bisca sorrise. Quello spaventevole volto, che pure le piaceva tanto, si chinava su di lei umile e malinconico. Il Cerruti continuò:
      — Credo di aver provato tutto nella mia vita. Ma non sapevo ancora che esistesse una felicità, uguale alla mia di adesso.
      La voce di quell'uomo usciva un po' rauca dalla sua gola.
      — Più ti contemplo, più mi sento buono. A volte, ho paura di te. Come hai fatto a cambiarmi? Ho sempre considerate le donne come le mie schiave. Ora, son diventato io uno schiavo. Le abbracciavo senza paura; amavo udire le loro urla di rabbia. Adesso non oso baciarti; temerei di contaminare quelle tue labbra.
      — Perchè? Io ho tanta fiducia nel tuo amore.
      Le due teste si avvicinavano.
      — Bisca!, mormorò il Cerruti.
      Le bocche si erano sfiorate, poi si erano strette una all'altra in un lungo fremito di piacere.
      A un tratto Rosa irruppe nella sala.
      — Padrone, gridò, venite. La strada è piena di uomini, che si avviano verso questa casa.
      Il Cerruti si rialzò violentemente.
      — Che c'è?
      — Una dimostrazione, credo. Sono operai.
      Egli si rassicurò. Tuttavia, seguì la cameriera in giardino. Di lì poteva vedere una lunga fila di uomini, che si avanzavano lentamente, con un mormorio minaccioso.
      — Chi sono? Che cosa vogliono?, borbottò.
      Erano centinaia e centinaia di operai, che procedevano al chiaror di grandi lanterne.
      Innanzi a tutti spiccavano le figure di Anna e del Maglino.
      — Maledizione!, gridò il Cerruti, Vengono a rubarmela!
      Si slanciò come un forsennato nella villa, attirò Bisca sul suo petto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Genova misteriosa
Scene di costumi locali
di Pierangelo Baratono
pagine 280

   





Cerruti Cerruti Rosa Cerruti Anna Maglino Cerruti Vengono Bisca