Non dimostrava che ogni vincolo, fra i due, doveva essere infranto?
Lo trovò un giorno, solo, che aspettava nella torre il ritorno dell'amante.
- Sei tu, Susetta? egli chiese indifferente. Da quanto tempo non ti si vede!
La fanciulla era rimasta dritta, vicino alla porta. Le parole, che voleva pronunciare, le ingombravano la gola, tumultuavano nel suo cervello. Infine, si decise a chiedere, con la voce strozzata:
- Aspetta quella donna?
- Sì; perchè?
Lo scultore aveva alzato il viso, meravigliato dall'inflessione di voce della fanciulla.
- Essa verrà qui, di nuovo, a sporcare questa casa! No, no: non voglio! Non è possibile!
Lo scultore le si era avvicinato, l'aveva presa per gli esili polsi e col caldo alito le sfiorava il visino contratto.
- Perchè impossibile? Cos'è accaduto? Parla!
Ora, Susetta singhiozzava disperatamente. Lo scultore la guardò con pietà, poi la trasse a sè, carezzandole i capelli.
- Via, via; mormorò: sei cattiva. Sei sempre la Susetta selvaggia di un tempo. Perchè non sei più venuta? Io ti aspettavo. Anche lei t'aspettava. Le avevo parlato tanto di te! Essa ha promesso di considerarti come una figlia.
Come una figlia, quella donna! Oh, troppo: bisognava parlare, e subito!
- Mai, mai, proruppe Susetta. Insieme a lei, mai!
- Perchè? Sei gelosa? Bambina!
La carezzava dolcemente, tentando di alzarle il viso bagnato di lagrime. Ma Susetta si sciolse dall'abbraccio, si drizzò, scuotendo indietro i capelli arruffati e, appuntando gli occhi in quelli dello scultore, urlò:
- È con Nanni, col suo amante, capisce!
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Susetta Susetta Susetta Susetta Susetta Nanni
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