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      L'altro, da buon compagno che vuol rendersi utile, trasse di tasca due mele, un po' guaste, ma ancora presentabili, e un temperino; poi sedette. Sopra il legno, che serviva da tavola e poteva anche far le veci di un letto, e sotto gli occhi luccicanti dei due i commestibili prendevano un aspetto seducente di pietanze da re. Bisogna dire, però, che un mozzicone di candela non basta con la sua luce a far giudicare le cose.
      Diavolo! Qualcuno picchia sommesso all'uscio; poi s'ode una risata squillante. Il mio amico dà un balzo, rovescia a terra le provviste e le copre con una vecchia giacca, mentre l'altro, attonito e spaventato, corre a rifugiarsi nell'ombra protettrice di un angolo. Nel vano della porta era comparsa, come una visione, la figura ridente di una donna, della studentessa! Povero Buono-a-niente, che, con lo stomaco vuoto, si vedeva costretto a sorridere! Pure, chi avrebbe potuto trattenere un grido di gioia innanzi a quel nasino provocante e a quelle due guance piene di fossette?
      - Non mi aspettavate, vero? Ma c'era conferenza al Circolo. Mi annoiavo; sono scappata, ed eccomi qui. Ma buono, veh! E datemi la mano per queste scale buie. Mi condurrete a passeggiare.
      Buono-a-niente lasciò cadere un ultimo sguardo pietoso sulla giacca sdrucita, che nascondeva la sua colazione e il suo pranzo, poi si affidò alla sorte.
      Il pittore era ubbriaco di fame; perciò agì come un ebbro. Sentiva che la testa gli girava e cominciò a parlare per vincere la languidezza, che l'invadeva. Parlò molto, discorrendo della sua passione come un disperato.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





Buono-a-niente Circolo