Pagina (33/254)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Che fai, qui? Al lavoro, fannullona!
      - Oh, babbo! Ero così felice!
      - Felice? Di che? Sciocca! Faresti meglio a badare alle vacche, che girano per la vigna e strappano i pampini alle viti.
      La fanciulla si alzò, con gli occhi che le si gonfiavano di lagrime, e corse con le gambette nude e sottili verso i filari, che limitavano il prato. Oh, com'era brutta la vita e come si mostravano cattivi quelli, che avrebbero dovuto volerle bene e che invece la maltrattavano!
      La sera, a casa, trovò la mamma rincantucciata in un angolo, silenziosa e melanconica. Il padre l'accolse con una risataccia:
      - Eccola, la sognatrice! Che si fa di bello nel mondo delle fate, signorina Pagliuzza?
      Signorina Pagliuzza! Quel nome, che le avevano messo alla Villa, poichè per la magrezza e pel colore della pelle somigliava a un filo di paglia agitato dal vento, le veniva ora rinfacciato come un'ironia dolorosa! Quanto diverso aveva suonato nella bocca del padrone! Era tanto dolce quando veniva pronunciato da quelle labbra! Ma adesso sembrava davvero e soltanto un insulto.
      L'uomo continuava a sbraitare. Ma la fanciulla non gli badava più; il suo pensiero era corso di nuovo alla vita di un tempo, a quello studio grande e severo, ove il pittore l'aveva fatta posare così bene, fra mezzo alle spighe del grano, dritta e sottile quasi volesse spiccare il volo da questa terra e rifugiarsi nella calma del cielo. Il quadro era stato proprio intitolato "Pagliuzza". Ed essa se n'era gloriata un bel po', tanto più che aveva saputo come sarebbe stato presto esposto in una grande sala, in città.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





Pagliuzza Pagliuzza Villa