Un urlaccio ed un colpo brutale sul capo le fecero ricordare dove si trovava e con chi. Due lagrimoni le si formarono tra le palpebre, poi scesero giù lungo le gote, lasciando un segno ondulato sulla pelle giallognola. Vide la madre, che s'avvicinava a lei guardandola tristemente; ma non volle lasciarsi toccare: diede un balzo e fuggì per la porta spalancata, nascondendosi fra le ombre, che cominciavano a coprire la campagna.
Oh, come la trattava male suo padre! Che gli aveva fatto? Perché lo trovava sempre irritato contro di lei, mentre dimostrava per gli altri figli un affetto un po' brusco, ma schietto? Anche la mamma era cattiva, poichè non la difendeva mai. Eppure anch'essa doveva soffrire, povera donna: e doveva aver sofferto tanto, nel passato! La vedeva dinanzi a sè, nel pensiero, col viso pieno di rughe, invecchiato troppo presto, e con gli occhi rassegnati. Le venne, per un momento, il desiderio vivo di tornare indietro per baciarla. Ma si trattenne: fra lei e la mamma c'era un uomo, ch'essa sentiva indistintamente d'odiare. E se non fosse suo padre, quell'uomo? Ma allora, la mamma...! Non aveva un concetto preciso dell'adulterio; anzi, le pareva di dover pensare ad esso come ad un mostro orribile e senza significato. Qualche volta ne aveva sentito parlare alla Villa; ma non lo raffigurava. Eppure, sentiva un bisogno istintivo di credere che quell'uomo non fosse suo padre. Ma chi sarebbe stato, allora, il vero babbo? Forse il fattore, quel giovialone grasso, che veniva qualche volta a contrattare il legname e il fieno e che le faceva qualche carezza?
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Villa
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