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      Seppi al domani la fine di Mehara, bruciata viva per un incendio fortuito, sviluppatosi nella sua camera.
      Le buone idee del diavolo
     
      Sembra che anche nell'inferno la noia imperversi costringendo le bocche allo sbadiglio e gli occhi a qualche lagrimuccia innocente. E poi, c'è quel calore continuo e insopportabile, che sfibra la più robusta costituzione ed è capace, da sè solo, di produrre maggiori danni e tormenti di un esercito di morbi, dal raffreddore alla dissenteria. Per queste e altre più segrete ragioni un giorno il diavolo, fra uno sbadiglio e l'altro, decise di abbandonare per qualche tempo il suo regno per recarsi in stretto incognito fra quegli animaletti, che si chiamano comunemente uomini. Detto fatto, scoccò un languido bacio sulle labbra della desolata consorte, mise in fretta e furia qualche indumento di primaria necessità in una sua valigetta, si armò dell'ombrello di famiglia, una vecchia reliquia rôsa qua e là dalla polvere e dai topi, e si avviò canterellando, rallegrato dal pensiero di un piacevole viaggio e con la speranza di trovare per via qualche diligenza o vettura, che gli abbreviasse il cammino.
      La prima fermata la fece in un villaggio di non so più qual regione. Un profumo penetrante di fieno, di stalla e di concime riempiva l'atmosfera del paese. Le case, piccole e basse, con larghe tettoie e fienili, che le dividevano, erano formate in gran parte di terra e paglia battute. Sulle porte di esse fumava qualche vecchietto grinzoso in lunghe pipe o qualche vecchierella filava canticchiando.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





Mehara