Pochi si accorgono di questa sua qualità; ma a noi donne non può sfuggire. Dicono che sia capace di profonde affezioni e di sacrifici illimitati per chi riesca a piacergli. Ma io credo che, in generale, dinanzi agli indifferenti ed alle semplici conoscenze, egli si conservi freddo e cauto e sia pronto ad approfittare in proprio vantaggio dei loro difetti. Ma la piacevolezza della sua conversazione e più ancora il timbro delle sue risate lo fanno sembrare amabile a tutti. E un carattere molto complesso sotto un'apparenza di semplicità. Ne giudichi da quest'aneddoto. Un giorno, in compagnia di quattro o cinque giovanotti, entra in una pasticceria, prende un dolce e, volgendosi agli altri, dice con voce animata ed in tono cordiale: Servitevi, servitevi; mi fate piacere. Tutti approfittano dell'invito, ma all'atto del pagare vedono il buon Pèpere sborsare tranquillamente la propria parte e attendere con serenità olimpica che anche gli altri compiano il loro dovere.
- Oh, la cosa si spiega, dissi: il maestro è una natura esuberante, che ama la compagnia anche nel mangiar dolci. Il suo bisogno di far partecipare gli altri ai propri godimenti lo avrà indotto all'invito, ma ad un invito senza sottintesi, come si pratica fra persone, che si comprendono. Soltanto, aveva da fare con settentrionali chiusi e cerimoniosi e quelle sfumature di sentimento non poteva trovare chi le intuisse.
- Vuole un altro aneddoto? Il maestro non è ricco; al contrario, le sue lezioni gli fruttano appena di che vivere.
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Servitevi Pèpere
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