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      Ma ogni sera sente il bisogno di trascorrere qualche ora in un caffè a vuotare una bottiglia di vino e a giuocare. Siccome è molto metodico, mi han detto che invariabilmente al mattino pone da parte i soldi, consacrati al suo capriccio innocente. Credo che non potrebbe vivere senza quel vino. Una sera un amico lo ferma sulla soglia del caffè e gli chiede un prestito, che lo salvi da impegni urgentissimi. Il maestro rovescia le tasche, apre il portafogli e mette quanto possiede nella mano del richiedente. Per un mese non lo videro più al ritrovo serale. Il bilancio non gli permetteva di soddisfare l'unico piacere della sua vita. I suoi conoscenti temevano che ne facesse una malattia, tanto era diventato nervoso e intollerabile in quel tempo. Ma nessuno lo udì mai pronunciare una parola amara contro il debitore o di rimpianto per il denaro, che s'era involato dalla sua borsa. Al contrario!
      - Brav'uomo! esclamai. Dev'essere facile contrarre amicizia con lui.
      - Non tanto! Ha più bisogno, forse, d'ammiratori che di amici. Perciò si circonda di conoscenze, specialmente di giovanotti, compiacendosi nella loro compagnia e discorrendo continuamente. Quanti lo avvicinano pendono dalle sue labbra e ne imitano i gesti più insignificanti, quasi fosse un nuovo Socrate. Ed egli ne va lieto e cerca di estendere sempre più la cerchia dei suoi discepoli. Ha cinquant'anni, ma possiede ancora un temperamento di venti.
      Frattando l'oggetto della nostra conversazione s'era avvicinato al piano, fra un nugolo di signorine.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





Socrate