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      Ma sopra ogni cosa amavo mio padre: quel buon vecchio era tutto il mondo per me. Quando si trattò di scegliere un mestiere, mio padre mi scongiurò di non volermi rovinare l'avvenire seguendo le mie chimere. Egli non aveva fiducia nell'arte e non poteva tollerare il pensiero di sapermi occupato nelle note musicali, che, secondo lui, non davano pane. Badate che appunto a quell'epoca un noto professore di canto m'aveva promesso un posto gratuito nel Conservatorio di S. Pietro a Majella. Tuttavia rinunciai alle mie speranze e mi posi a un mestiere. Quanto ho sofferto in quei momenti! Ma, pur di soddisfare mio padre, piegai il capo e dimenticai i miei sogni. Più tardi, allorchè il buon vecchio morì, mi trovai con un mestiere antipatico fra le mani e piansi tutte le mie lagrime pensando all'avvenire, che avevo perso. Vi parranno illusioni le mie! Eppure, credo che sarei riuscito a qualcosa, se avessi continuato a studiare la musica. Per fortuna, a togliermi dal mio sconforto venne la leva. Fui incorporato in una banda militare e potei sfogarmi un poco con la mia arte prediletta. Ma ormai era troppo tardi per cominciare qualche studio serio. Appena preso il congedo, mi dedicai con pazienza a lunghi studi teorici e riuscii ad ottenere il diploma d'insegnante. Ma avevo perso i miei anni migliori e non potevo più pensare a rifarmi un avvenire. Da allora guadagnai più o meno bene da vivere senza sperar più di togliermi dal mio umile stato. Badate! Non mi pento di quanto ho fatto; ho ancor viva nell'anima la memoria di mio padre e non vorrei turbarla con rimpianti.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





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