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      Ero giovane e un po' fantastico: finii con l'interessarmi a quella piccina e col chiedermi perchč stesse in casa, mentre le altre ragazze uscivano a passeggiare ed a divertirsi. Mi dissero ch'era la figlia di un usciere del tribunale e che la madre, una specie di zingara secca e priva d'ogni sentimento, la obbligava a lavorare continuamente. Provai un po' di compassione e cercai di parlare alla fanciulla. Pensate: io avevo ventidue anni, essa diciotto. Ci intendemmo facilmente e cominciammo un idillio, reso ancor pių caro dalle astuzie, che dovevamo mettere in opera per ingannare la madre. Ho passato momenti dolcissimi con quella ragazza: parlavamo del nostro amore e dell'avvenire, che la gioventų ci faceva sembrare facile e roseo. Qualche volta scambiavamo rapidi baci, che facevano arrossire la fanciulla e battere al mio cuore una marcia. Una sera la incontrai per strada a braccetto con un giovanotto; le diedi un'occhiataccia e vidi che abbassava il capo. Appena ci trovammo insieme: "Č mio cugino", mi disse: "č tornato dall'America e vuol stabilirsi a Salerno". Dapprima non volli curarmi di quel parente giunto cosė all'improvviso; ma a poco a poco dovetti accorgermi che la ragazza si mostrava sempre pių fredda verso di me e non mi concedeva pių le sue labbra. Sentivo d'amarla con tutta la furia e la forza della mia gioventų; ne avevo fatto un idolo al mio cuore, avevo riposte in lei tutte le mie speranze ed i miei sogni d'avvenire. Avrei baciata la terra, che calpestavano i suoi piedini; sarei rimasto ore e ore sotto le sue finestre a contemplare i vetri della sua cameretta.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





America Salerno