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      Il sangue scorre ricco e denso per le mie vene e nell'anima m'alita un gran desiderio di voluttà e di affetto. Perciò, forse, ho preferito quelle creature, (e accennava alle donne), al mio vecchio maestro.
      In così dire la voce gli si velava un poco di rimpianto.
      A grado a grado la grande sala si sgombrò. Il vecchio re, appoggiato al braccio del figlio, si allontanò, seguito dalla torma delle donne e dei cortigiani.
      Rimase, solo, sperso sotto la luce dei candelabri, Pietro Martino. Al suo fianco era ancora il grande cane danese, unico compagno del vecchio visionario. Due lagrime scivolarono lungo le guance del saggio, subito sperse nelle rughe del volto. La morte del sogno magnifico lo trascinava seco nel vortice dell'ignoto. Il suo piccolo magro corpo si piegò su sè stesso, s'accasciò sul marmo del pavimento, s'allungò, divenne rigido e freddo. Nella immensa sala, ormai, più non si scorgeva che la rossa linea del cadavere sul marmo e la grande ombra del cane; più non si udiva che il latrato lungo e spaventoso della bestia, immobile accanto al corpo del suo padrone.
      Il Poeta Ciccillo
     
      Narrano le favole come un tempo vivesse in una noiosa città di provincia un certo signor Ciccillo, il quale esercitava degnamente il mestiere di poeta. I suoi versi correvano per i giornali paesani come le lucertole su per i muri e tramandavano un'armonia, che in tutto somigliava allo stridere delle cicale nei meriggi estivi. Due cose grandi possedeva: l'orgoglio ed una escrescenza ossea, che gli adornava la schiena e che dicevano si fosse procurata con opportuni esercizi spirituali al fine di rassomigliare al glorioso Recanatese.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254

   





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