Com'è bella in questo momento! Egli la vede con occhio d'uomo, adesso; ma non osa dirle nulla. Fra due o tre anni le parlerà. Ma ora! E ancor tanto bambina! La spaventerebbe e non si farebbe comprendere.
Ma un pensiero lo turba: se fosse molto ricca, se i suoi parenti non volessero darla a un figlio di contadini? Bisognava decidersi a parlare, una volta per sempre.
- Dì, mormora lui.
- Che vuoi? Lasciami tranquilla. Non ho voglia di discorrere.
E piega di nuovo il capo, a fissare il torrente che si perde giù, in lontananza.
- Fatina!, tenta di nuovo lui, imbronciato.
La fanciulla lo guarda e sorride un poco, come trasognata. Poi balbetta:
- Sei brutto, così. Non voglio. Ridi, piuttosto.
La mano di lei si posa su quella testa bruna a carezzare i capelli. Ed egli si rasserena subito al lieve tocco e le si stringe vicino.
- Non hai paura di cadere?, chiede sommesso.
- Oh, no! Mi piace tanto! Chi sa che impressione, un tuffo, lì dentro.
- Non lo dire, nemmeno per burla.
Le due teste si toccano, si appoggiano fiduciose l'una all'altra. I capelli neri del giovane si mischiano con quelli fulvi di lei. È tanto bello stare così, sentendo il calore delle guance trasfondersi dall'uno all'altro!
- Sai?, mormora Fatina ad un tratto. Forse è l'ultimo giorno, che passiamo insieme, questo!
Nella sua voce suona un singhiozzo, sugli occhi spunta una lagrima, ch'essa si affretta ad asciugare col rovescio della mano. Ma lui non piange. Si drizza, di colpo, in piedi e la fissa: nei suoi occhi c'è qualcosa di violento e maschio, che fa paura.
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Fatina Fra
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