Nessuno deve toccarti più, ora: sei la mia fidanzata.
La fanciulla aveva ascoltata quella confessione violenta, fissando i suoi occhioni spauriti in viso al compagno. Nei lineamenti fini la sorpresa era afforzata da un'espressione d'ansia indicibile. All'ultima frase, tutto il volto le si sconvolse. Afferrò con le dita nervose un braccio del giovane, urlandogli in faccia:
- Non dir più nulla, non parlare più. È orribile, è orribile!
L'altro rimase un po' sospeso; poi, fattosi più irruento, senza badarle continuò:
- Perchè non devo più parlare? C'è qualcosa di male, forse? Sarai mia moglie. Sei troppo signora, dì? Che importa? Lavorerò, mi farò un nome per te, per offrirtelo.
Essa, ora, singhiozzava disperatamente, col corpo scosso da brividi. Il giovane la guardò ancora, intensamente; poi le prese il viso fra le mani, vi avvicinò le labbra e lo baciò pazzamente, con furia, bevendo le lagrime, lasciando impresso il segno della sua bocca su quelle fresche carni.
- Lasciami! Lasciami! Non sono degna! Sono contaminata!
Lui diede in un urlo, le fu sopra, stringendola con le mani robuste.
- Ripeti! Che hai detto?
Ma essa taceva, col viso chino e le labbra sbiancate. I suoi capelli le formavano un casco rilucente intorno alla fronte.
Il giovane scoppiò in una risata:
- Pazzerella! Sei una vera bambina!
Ma quella lo fissò un istante; poi, volgendo lo sguardo al torrente, singhiozzò:
- Sono contaminata, ti dico! Mi hanno venduta a un uomo, molto tempo fa!
Una bestemmia la interruppe. Per un momento passò una smania di sangue nel cervello del giovane.
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