E vi siete detto: ecco un uomo che mi aiuterà a farmi un nome, poichè il suo delitto è bello, misterioso, suggestionante.
Ebbene, ascoltatemi. Allorchè avrò finito, forse rinuncierete a difendermi, poichè troppo difficile vi sembrerà il vostro compito. Nessuno può salvarmi. Il mio segreto è tale, che, rivelato, inspirerà compassione, fors'anche ribrezzo; ma non potrà conquistarsi il perdono. Aver interrogato il destino, aver svelati a sè stesso i misteri dell'esistenza, aver visto nel più profondo dell'anima le morte gore della speranza e dell'ideale, è delitto superiore a ogni giudice.
La prima volta, ch'io ho sentito fremere in me l'incubo delle ombre, tentai di lottare contro la fatalità, che stava per travolgermi. Ogni mio desiderio, ogni amore di questa mia anima, assetata di sentimento, si agitavano in un gagliardo impeto di ribellione. Sentivo in pari tempo uno schianto di tutto il mio essere ed una speranza tenace, fortissima, di libertà.
Sapete? Avevo ancora fiducia in me stesso, in quel tempo. È ridicolo, non è vero? E allora appunto cominciai a sentire che un'ombra si addensava intorno alla mia anima a toglierle per sempre la luce. Che dovevo fare? Tentai la lotta, vi dico. Ma di giorno in giorno l'ombra diveniva più pesante, più terribile più consistente. Ormai, la sentivo intorno a me come un secondo corpo, come una spaventosa armatura di tenebre, che gravasse sulle mie membra. Il sole non riscaldava più le mie vene, la speranza non alitava più sul mio spirito; tutto, intorno a me, era chiuso, morto, immobile.
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