Tacque un istante, poi riprese a parlare con animazione febbrile, gettando occhiate torve per la sala e scuotendo il piccolo corpo con gesti grotteschi:
- Tu non conosci ancora i tormenti dell'immaginazione. Non sai che ogni essere, creato dalla tua fantasia d'indemoniato, popola la tua solitudine con un nuovo incubo, con una nuova ombra, che non si stacca più dal tuo corpo.
L'uomo dai capelli rossi si abbassò su di lui e gli mormorò qualche parola all'orecchio.
- Bravo, Devrient!, sghignazzò lo strano individuo; un'ottima punizione, che ti insegnerà a burlarti dei nostri parenti, mio giovane amico. Ti faremo sposare Coppelia e vedremo quanti piccoli Bob produrrà il tuo imeneo!
Quanti mi attorniavano fecero eco alle sue parole e cominciarono ad agitarsi intorno a me salmodiando:
- Piccoli Bob! Tanti piccoli Bob!
Venni trascinato innanzi alla fanciulla dal volto di cera e dagli occhi imbambolati, che mi stese una mano ghiacciata. Mi obbligarono a inginocchiarmi con lei innanzi a un individuo bizzarro e scalmanato, che brandiva con la mano un archetto di violino. Me lo battè sulle spalle, mentre, scuotendo i lunghi capelli e stralunando gli occhi, cantava a piena voce il Requiem di Mozart. Poi, si allontanarono tutti, formando un largo circolo intorno a noi. Udii la mia nuova sposa mormorare con una vocina stridente delle parole d'amore; sentii il suo corpo appoggiarsi sul mio, le sue braccia rigide avvinghiarmi, producendo uno scricchiolio, come di ruote, che si muovano. A un tratto, mentre io stavo per svenire di paura, a traverso il suo petto udii suonare distintamente sei colpi squillanti.
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