- Questa volta non me le darai più a mangiare le tue panzane; le gridò sul viso.
Essa si scosse a mala pena. Lo studente aveva fatto un passo innanzi, pronto a lasciar correre un pugno sul naso del malcapitato. Ma Truciolino lo calmò con un breve ammiccar d'occhi; poi, rivolgendosi a Momolo, susurrò:
- Non gridare. E, prima di darmi della bugiarda, ascoltami. Il signore è... ma bada, ti confido un segreto, che guai se trapelasse. Il signore è... mio fratello. La mamma, poveretta, lo ebbe in un momento di debolezza. Quanto ha pianto, in seguito! Ha finito col confidarsi a me e col rivelarmi tutto. E poichè non può lei, per non tirarsi addosso le chiacchiere, mi ha pregata di consolarlo, di fargli da sorella affettuosa.
Parlò per mezz'ora; infine si pose a piangere. Momolo era già caduto ai suoi piedi, scongiurandola, fra i singhiozzi, di perdonargli. Anche lo studente versava tenerissime lagrime; ma perchè faceva quei versacci con la bocca, storcendola? Poverino! Forse la commozione gli aveva provocato una crisi di nervi.
Alla fine Momolo si rialzò e, stesa la mano al giovanotto, disse nobilmente:
- Sarete mio fratello!
Come dovevano ridere, nell'inferno!
Lettera dal convento
Mio buono
domani, all'alba, entrerò in convento per cominciare il mio noviziato. Strana ti sembrerà e quasi inverosimile questa mia risoluzione; poichè sempre mi conoscesti sprezzante di quelle puerilità e superstizioni, che s'impongono all'uomo sotto il nome di fede. Io stesso ho molto meditato, prima di acconsentire ad abbandonare quella idealità, che mi fu carissima e per la quale tanto ho sofferto.
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Truciolino Momolo Momolo Momolo
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