Ed ecco, Anna chiese:
- A che pensa, Giorgio?
- A lei, Anna. Vorrei che la vita fosse un campo di neve, come questo, e che noi potessimo passeggiare insieme sovr'esso, soli e felici.
- Poeta!
La voce di Anna era carezzevole e si diffondeva dolcemente nella pace notturna. La fanciulla continuò:
- Ed io vorrei che noi potessimo scendere insieme fra mezzo all'umanità a sfidare il vento ed a lasciarci ardere dai raggi del sole.
- In qualunque modo, purchè uniti e per sempre!
Miserere aveva pronunciate queste parole con forza: il suo viso si era chinato su quello di Anna, la sua bocca si era avvicinata alle labbra della fanciulla a cogliervi tutto l'amore della sua anima.
Poco tempo dopo, Miserere partiva per la città, ove, rafforzato dall'amore di Anna, voleva adoprarsi a conquistare una gloria, che avrebbe, poi, offerta alla fanciulla come dono nuziale.
*
* *
Una serie spiacevole di avvenimenti mi obbligò a recarmi, per vario tempo, in paesi stranieri. Un giorno, mentre percorrevo sbadatamente con lo sguardo una gazzetta, rimasi colpito da un telegramma, che accennava ad uno spaventoso delitto, commesso da Giorgio Miserere. Il giornale aggiungeva qualche cenno letterario sul mio amico, compiangendo il tragico scioglimento di una vita di poeta. Non posi tempo in mezzo e, varcata la frontiera; mi affrettai a recarmi nella città di provincia, ove si era svolto il fatto sanguinoso e nelle cui carceri Miserere era chiuso. Tuttavia, nei primi giorni non potei vedere il mio disgraziato amico e dovetti contentarmi di raccogliere informazioni, che aumentavano la mia ansia.
| |
Anna Giorgio Anna Anna Anna Miserere Anna Giorgio Miserere Miserere
|