Mi restava ancora qualche poeta; ma i liquori e il vino mi hanno rubati anche questi ultimi adoratori.
- Ehi! Ehi! Buona donna!, la interruppe una voce stizzosa; non dite male del vino!
Un giovanotto grasso e rubicondo si avanzò affannato. Portava sul petto un cartello con su scritto a lettere cubitali: Vino Chianti.
- Signore, cominciò a dire rivolgendosi al vecchio giudice, io sono, qual mi vedete, un onesto fiasco di Chianti e vi prego di assaggiarmi. Anch'io feci ogni sforzo per ottenere il favore degli uomini e, a dispetto di Venere, riuscii a procurar loro una certa quantità di piacere. Ma in questi ultimi anni l'umanità cominciò a disprezzarmi e ad accorrere in certi orribili casotti, ove si vende la morte in bicchieri microscopici e puzzanti d'alcool. Ahimè! Le lagrime, che ho sparse, han servito soltanto ad annacquare il puro frutto dei colli toscani, ch'io serbo entro di me. Signore, muovetevi a compassione e permettetemi di offrirvi un po' del mio contenuto. Esso donerà in breve una piacevole allegria al vostro cervello e farà arrossire il vostro naso come una pudica fanciulla, che oda per la prima volta parole d'amore.
- Via, via, lo rimbrottò il vecchio; non posso ascoltare le vostre chiacchiere. Del resto, nutro per voi molta benevolenza e sarei il più pazzo dei giudici se vi condannassi.
Un terzo demente si fece innanzi. Aveva un'aria marziale e camminava battendo i tacchi e arricciandosi i baffi.
- Buon vecchio, disse, da lungo tempo mi conosci, poichè hai ricevuto un gran numero di messaggeri, uccisi dalle mie mani.
| |
Vino Chianti Chianti Venere Anch
|