Quando seppe che si trattava del mio fidanzato, mi guardò ridendo; poi esclamò:
- Cara, cara signorina! Il suo fidanzato è una perla, proprio un bravo ragazzo. E poi, è tanto infelice! Soffre tanto! Ella ne avrà compassione, non è vero?
Volevo ribellarmi a quelle parole, che trovavo sconvenienti e brutali: ma non mi sentii il coraggio di discutere con un uomo così sciocco ed allegro. Avrei dovuto subire più a lungo la sua presenza e sopportare qualche altra di quelle risate, che mi scuotevano i nervi.
Nel tornare a casa mio padre mi chiese:
- Che ne dici della nuova conoscenza? È un giocondo compagno e s'intende d'arte a perfezione.
Io piegai il capo senza rispondere. Mio padre continuò:
- Non ti sembra che somigli a Pietro?
Oh, questo poi no, no, in nessun modo; e glielo dissi. Mio padre mi lasciò parlare; infine si strinse nelle spalle, mormorando
- Mi sarò ingannato!
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* *
Ho ricevuto il mio fidanzato con un po' di broncio e gli ho chiesto subito che cosa avesse fatto durante la sua assenza. M'ha guardata con occhi trasognati, poi ha dichiarato con faccia tosta:
- Non lo so, carina!
Cattivo! Cattivo! vuol mantenere il segreto anche con me; non si fida della sua piccola Anna, che gli vuol tanto bene! Ma si tratterà di cose gravi, di faccende di Stato e nostro padre lo Czar gli avrà imposto il più assoluto silenzio. Gli ho perdonato subito, tanto più che lo trovavo più triste e più pallido del consueto. Deve stancarsi molto in quelle sue missioni.
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Pietro Anna Stato Czar
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