- È possibile, m'ha detto; ma son casi rarissimi!
Poi m'ha chiesto notizie del pittore. Non è riuscito a sapere nulla di preciso su di lui, ma ha incaricato qualcuno di sorvegliarlo. Quando ha saputo della visita, ha fatto un viso scuro; ma s'è rasserenato subito dinanzi al mio scoppio di collera. Credo d'essermi arrabbiata davvero, un pochino anche contro mio padre, al ricordo di quell'avventura. Ho sfogato un po' del mio odio contro quell'uomo, che pretendeva di famigliarizzarsi con me, ed ho promesso al mio fidanzato di metterlo a posto alla prima occasione, anche se dovessi recar dolore a mio padre, che se n'è incapricciato.
- Pietro Mercovich!, ho detto; papà pretende che il pittore ti somigli nel viso. È vero che avete il naso ed il mento uguali; ma quanto siete diversi nel resto! Leone Varinski ride e parla sempre con una voce grossa da can barbone...
Il mio fidanzato ha scossa la testa, e m'ha lasciata. A poco a poco mi son calmata ed ho finito per non pensare più al pittore. Oh! Leone Varinski può star tranquillo: prima o dopo riuscirò a fargli capire quanto lo trovi noioso ed insopportabile. Per ora non ho tempo di pensare a lui, devo badare a Pietro Mercovich, al mio unico benamato.
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* *
Ho gettato sul fuoco il libro di Stefania. Adesso, sono più tranquilla. Esistono al mondo delle persone ben cattive, che cercano di turbare la felicità degli altri! Ma io non serbo loro rancore; sono troppo felice per farlo! Pietro Mercovich viene ogni giorno a trovarmi e mi porta fiori e confetti.
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