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      Seduti in un angolo del caffè, i due si fecero portare dell'acquavite, poi del cognac. Bevevano rapidamente, senza parlare, guardandosi l'un l'altro con un senso indefinibile di commiserazione reciproca. Parevano due selvaggi, con i loro abiti coperti di macchie e i berretti calati sulla fronte, fra mezzo ai viaggiatori eleganti e rumorosi, che ingombravano la sala.
      - Attento ai capi!, mormorò a un tratto il fuochista. Se ci vedessero!
      - Che importa?, ribattè l'altro. Siamo uomini anche noi, dopo tutto!
      - Sai a che ho pensato, talvolta? Noi due, soli nella macchina, su quella piattaforma, che domina una fornace, siamo responsabili di un centinaio di persone. Oh, ci sarebbe da ridere se un giorno ci saltasse il capriccio di andare al diavolo in compagnia numerosa!
      Il macchinista taceva, ascoltando. Quante volte anch'egli aveva pensato a questo, quante volte s'era meravigliato di non sentirsi forte abbastanza da sfogare la propria rabbia contro quegli esseri, che si facevano trascinare da lui e dipendevano dal suo capriccio, eppure lo disprezzavano, lo consideravano un nulla! Quella notte, come le altre, egli li avrebbe condotti ai loro paesi, ove li aspettavano il benessere e la gioia.
      Oh! non c'erano terze classi in quel treno! Erano tutti signori! E lui, domani, sarebbe tornato a casa e avrebbe trovata la stanza nuda di mobili, la moglie piangente, i bambini con la fame!
      Il fuochista indovinava i suoi pensieri. Gli interruppe la triste meditazione, chiedendogli:
      - Ti ci vuol molto?


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254