Potresti chiedere un anticipo.
- Oh, sarebbe il quarto, e me lo rifiuterebbero. Poi, ci vuol altro per pagare il debito. Non basterebbero due mesate!
Un fischio acuto li fece balzare in piedi. Doveva essere vicina l'ora della manovra. I due si avviarono, urtando qualche viaggiatore, salirono sulla macchina, curvarono i dorsi nella consueta fatica.
Sì, sì, continuava a pensare il macchinista; è una dura vita! E per quale scopo? Questa mia bella macchina, l'unica cosa ch'io ami all'infuori della famiglia, è qui, sottomessa con la sua forza e il suo fuoco interno.
Carezzava con la mano aperta, inconsciamente, in un atto paterno, il freno lucente, mentre il compagno, chino ed ansante, riempiva di carbone la vasta cavità, ove le fiamme salivano turbinando.
Essa è qui, disposta a un mio cenno, pensava il macchinista; ed io l'adopero per far correre a traverso le campagne e i paesi un branco di scioperati, che non valgono un solo dei suoi sbuffi di fumo.
Il fuochista lo distrasse, dicendogli:
- Sai? Ho qui, nascosto, un bariletto di vino. Lo berremo per via. Ma ci vorrebbe del pane!
- Come fare?
- Potresti scivolar giù, un momento, a comprarne. Nessuno ti vedrà, stai sicuro.
Il macchinista esitò un poco; ma si fece animo e scese, di corsa attraversò il marciapiedi, comprò il pane, poi tornò indietro. I suoi occhi, che guardavano sospettosi d'attorno, lungo i vagoni del treno, si fissarono a un tratto sovra un fresco viso di bimba, che si sporgeva da un finestrino. Quella creaturina aveva i capelli biondi e ricciuti e gli occhi azzurri: tendeva le mani verso un signore, che dal basso la guardava, e balbettava sorridendo:
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