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      - Mi ascolti. Ella si è rivolto a me come a una persona cara; ma io non posso intenderlo e tanto meno comprenderlo. Il dolore mi ha consacrata alla solitudine. Sono la vedova della morte, poichè non possiedo più l'anima. Sono morta, morta, le dico. Nessuna forza umana potrebbe più infondermi quella passione, che l'angoscia mi ha tolta. Sorrido appunto per coprire il vuoto, ch'è dentro di me; ma attraverso il cristallo dell'apparenza si scorge la statua. Ho sofferto più di quanto un essere umano possa soffrire. Adesso, non peno più, ma non posso neanche più godere.
      Il suo sguardo si manteneva chiaro e tranquillo, quantunque le labbra le tremassero un poco. Tacque per qualche minuto, poi ricominciò a parlare:
      - Qualcuno, ch'io non voglio più nominare, mi ha tolta ogni illusione, ogni speranza. S'ella mi toccasse una mano, la sentirebbe fredda come il ghiaccio, insensibile come il marmo. A volte, non sento più i battiti del mio cuore. Forse anch'esso si è rimpicciolito, è quasi scomparso sotto l'infuriare delle amarezze. Via, via, non sogni lei, ch'è poeta. Mi guardi, piuttosto. Ho il viso ancor giovane, ma negli occhi non porto più nessuna luce, nessun lampo di desiderio. Sono una tomba, le dico!
      Abbassò la voce a mormorare:
      - Credo anch'io ai presentimenti; credo che se esistesse qualcuno capace di farmi rivivere, lei appunto sarebbe quello. Vede? Le parlo freddamente, senza vergogna, perchè so ch'è un sogno impossibile. Non aspetto più nulla dalla vita, ma cammino verso il sentiero dell'infinito riposo, forte della verginità nuova e intangibile, che il dolore m'ha data.


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Ombre di Lanterna
di Pierangelo Baratono
1909 pagine 254