. Ripetendo queste parole egli aveva uno strano sorriso. Che cosa, avrebbe potuto ottenere nella vita un essere debole, come lui?
Qualche sera lo trovavo irritato contro tutti. Aveva creduto di scorgere negli occhi e nelle parole dei suoi compagni d'ufficio una malizia crudele, a mala pena celata dalla solita aria di compatimento. Forse si erano uniti contro di lui, forse avevan deciso di scacciare dal loro ambiente una mosca importuna.
- Tu non sai, mi diceva, ciò che s'agita e freme nell'ombra di un ufficio. E orribile! Sembra che la polvere, densa e fitta sugli scaffali e sulle carte, abbia anche avvelenato le anime di chi vi sta fra mezzo. Ciascuno è armato contro tutti. Alle schiene curve succedono le fronti spavalde, alle parole untuose, come per incanto, si sostituiscono a un tratto le più atroci menzogne. Basta che un collega o un capo voltino le spalle. Talvolta le più terribili insolenze, i più fieri insulti sono detti con una tale dolcezza di voce e di parole, da ingannare un uomo poco esperto in simili doppiezze. E poi, c'è uno spionaggio continuo, esercitato alla chetichella, ma con perseveranza. In fondo, sono tutti malati, malati di umiliazioni, di meschinerie, di grettezze. Fanno come il povero che, per sfogarsi, batte il suo cane rognoso. Il giorno, in cui vi sarà più luce nei loro uffici, più bontà e intelligenza nei loro capi, più libertà nelle loro azioni, essi torneranno a sorridere e ad amare. Fino ad allora, lo scontento, la malignità, le basse adulazioni e le più basse ipocrisie continueranno a prosperare in un campo così ben disposto per la mala erba.
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