Poi, tornava indietro con la coda bassa.
A volte, io credevo ad un'allucinazione. Ma la realtà di quel corpo caldo sotto le mie mani mi toglieva anche l'ultima speranza. Così, per mesi e mesi, seguitai a vedere lo strano animale, che, malgrado l'abitudine, mi cagionava ogni volta un indicibile senso di terrore. Non sempre esso mostravasi di umore uguale. A volte mi scodinzolava attorno festosamente, a volte, invece, mi accompagnava a passi lenti, col muso alzato verso di me e fissandomi con i suoi occhi malinconici e infiammati. Quelle poche volte, ch'io tornai a casa in compagnia di amici, non vidi la bestia. Però, mi sembrava di udire, in quelle occasioni, un latrato lontano e indistinto, che si manteneva sempre alla stessa distanza e mi seguiva fino alla porta di casa.
Or sono cinque mesi, dovei assentarmi da questo paese. Tornai dopo qualche settimana, con l'animo scosso da una serie di spiacevoli incidenti e di contrattempi, che avevano rattristato il mio viaggio. Ad aumentare il malumore, s'aggiunse la malattia del mio bimbo, che trovai debole e febbricitante. Tuttavia, il medico mi rassicurò, dichiarandomi che si trattava di una lievissima indisposizione.
Quella sera, prima di uscire, non so ancora il perchè, mi armai di una rivoltella. Forse il mio spirito turbato mi indusse inconsciamente a prendere l'orribile strumento di morte, che doveva spezzare per sempre due esistenze. Mi recai a bere al mio solito ritrovo e, lo confesso, mi lasciai smodatamente prendere dal bisogno morboso di eccitazione, che mi aveva già trascinato all'alcoolismo.
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