- Mi rincresce, signore; ma la provvista di Coca Boliviana è completamente esaurita!
Gli amici dello scopone
In una vecchia casa di Genova, abbattuta adesso dal piccone civilizzatore e sostituita da uno di quegli edifici multicolori e architettonicamente ibridi, che ha creati il progresso fondendo insieme lo stile chinese ed il transwaaliano o boero che dir si voglia, esisteva, or è qualche anno, un'osteria di infimo ordine, che apriva le porte del suo piccolo e ignorato paradiso ai pochi coraggiosi arrischiantisi a salire le scale strette e rovinate dell'edificio. Erano due stanzacce sporche, ammobiliate con qualche tavolo, su cui parecchie generazioni di temperini e di coltelli avevano esercitato la loro pazienza e il loro taglio, e con poche seggiole sventrate. Un profumo acre di frittura, sapientemente mescolato con l'odore forte del vino, accoglieva il visitatore audace e lo faceva cadere di peso sulla sedia più vicina. Ma subito il viso di costui si rischiarava e la sua anima s'apriva fiduciosa alle seduzioni di quell'eden primitivo dinanzi allo schietto sorriso ed al gesto cordiale del panciuto signore del luogo. Lo spettacolo intimo di un tenero idillio fra la nipote dell'oste e un silenzioso rappresentante del sesso mascolino terminava di mettere in pace il cuore del nuovo venuto e di disporlo alla benevolenza.
In una di quelle stanze, isolate dal resto della civiltà e frequentate da pochi paria in cerca di conforti alcoolici e spirituali, si raccoglieva di solito intorno a un tavolo, coperto da un tappeto un tempo verde, ma a quell'epoca ingiallito dai dispiaceri, e intorno a un mastodontico fiasco di vino. la compagnia più bizzarra, che un onesto sguardo di oste abbia mai potuto contemplare.
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Coca Boliviana Genova
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