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      .. Lo stato infine del forte S. Francesco a Cerigo fa rabbrividire pel decoro del Principato"(12).
      Le armi vecchie e rugginose avevano dunque disamorato i venturieri a detergerle in Italia, ed Oltremare. Restava soltanto qua e là per la Dalmazia ed in Levante qualche guizzo del fulgore antico, raccomandato ad un sentimento di gratitudine giammai sopito nel cuore delle genti d'altra riva dell'Adriatico verso la Veneta Repubblica, che le aveva raccolte sotto le proprie ali nei tempi più travagliati della Cristianità e difesi contro il Turco. Ed a questi sentimenti, le ultime compagnie di ventura italiane avevano raccomandato i loro estremi giorni di vita a Venezia.
     
     
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      L'altra fonte delle milizie venete era rappresentata dalle cerne , che fornivano soldati dei luoghi ordinati con previdenze territoriali, specie di Landwehr che si levava in tempo di guerra o di neutralità a rincalzo dei mercenari, cioè dei provvisionati. Le cerne venete, o soldati d'ordinanza, emanavano adunque direttamente dal pensiero politico e militare di Nicolò Macchiavelli, che volle l'istituto delle milizie nazionali tratto dal popolo pedestremente armato(13).
      Costituiva il nerbo delle cerne l'elemento rurale dei domini di Terraferma e d'Oltremare, cui la Serenissima aveva fatto larghe concessioni per rinfrancarlo nel suo innato spirito conservatore ed adescarlo a servire, lietamente ed in buon numero, nella milizia regionale. Di queste prime pratiche conservò memoria il Bembo.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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