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      La procedura per la nomina delle cariche generalizie - esclusivamente devolute alla scelta - era infatti assai minuta, abbenchè non scevra di sospetti di favoritismo. A tenore della così detta legge di Ottazione, cioè di avanzamento(46), le vacanze nei gradi dovevano ripianarsi entro tre mesi dacchè avvenivano; tempo più che necessario per una scrupolosa valutazione dei titoli dei concorrenti, ma anche più che sufficiente per dar modo alle consorterie di raggiungere i propri fini.
      I titoli presentati dai candidati formavano, nel loro assieme, i così detti piani di prova. Vi figuravano i lunghi e buoni servigi prestati sotto la vermiglia bandiera della Repubblica, le ferite, le malattie sofferte a motivo del contagio, le azioni di merito e - ove ne era il caso - anche le prigionie passate sotto i Turchi, i naufragi patiti e la perdita degli averi. Gli ultimi tempi imbelli della Serenissima avevano naturalmente assottigliato di molto il bagaglio eroico di codesti titoli, surrogandoli con i più modesti e comuni dell'anzianità e della età dei candidati, e su questi titoli si esercitava la retorica degli ufficiali concorrenti.
      Il sergente maggiore di battaglia Antonio Maroli così faceva, ad esempio, nel 1782 l'apologia di sè medesimo, aspirando al grado del valetudinario Rade-Maina collocato finalmente a riposo:
      Fino dai primi anni Antonio Maroli si incamminò alla professione delle armi. Passato per la trafila dei vari gradi, con l'assiduità del servizio e con la provata sua abilità giunse, nell'anno 1768, ad occupare il grado di colonnello.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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