Infine doveva rivelarsi provetto nel maneggio delle armi, della picca e della sargentina, conoscere la suddivisione del reggimento in plotoni, divisioni, ali, centro, dare ragione di tutti i tocchi di tamburo e superare alcune prove sulle matematiche elementari e sul disegno. Il tenente - oltre che dimostrarsi come l'alfiere idoneo nel maneggio del fucile e della picca - doveva saper compilare polizze di scansi, ossia liste di deconto individuale, redigere quietanze dei depositi di danaro che, eventualmente, i soldati gli avessero confidato, tenere al corrente la vacchetta, o giornale di presenza della compagnia, infine comprovare un'abilità professionale pari alla richiesta nelle prove degli alfieri.
In questi semplici esperimenti s'accanì quindi la lotta tra conservatori e novatori in materia di avanzamento, quando i programmi furono rimaneggiati con criteri restrittivi, specie per i gradi superiori. Nel giugno 1785, rendendosi vacante il posto di sergente-maggiore nel reggimento di fanti italiani Marin Conti, aspirarono ad esso tre capitani del corpo medesimo. Il verbale giurato di idoneità a sostenere le prove di uno dei candidati così si esprimeva:
Facciamo fede, con nostro giuramento et vincolo di onore, noi qui sottoscritti graduati nel reggimento colonnello Marin Conti, dei fanti italiani, come il capitanio Michiel Antonio Gosetti ha sempre adempiuto alle parti tutte del suo dovere, con puntualità ed abilità in tutto quello che appartiene al pubblico servizio. Come anche nella subordinazione et obbedienza con i suoi superiori e con nostra intera soddisfazione egli non è mai incorso in verun militar castigo, nè si abusò di licenze per stare lontano dal proprio reggimento, adornato essendo di onorati costumi, degno adunque delle nostre veridiche attestazioni, per cui gli rilasciamo la presente perchè possa valersene
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Marin Conti Marin Conti Michiel Antonio Gosetti
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