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      (58).
      Per gli aspiranti al grado di sergente-maggiore nell'arma(59) alle menzionate prove si aggiungevano esami di meccanica, di stàtica, di resistenza delle bocche da fuoco, di potenza degli esplosivi, oltre ad esperimenti sulle manopere di forza e relativi comandi, sulle opere difensive e di fortificazione(60).
     
     
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      Si spiega adunque come col crescere di tale florilegio scientifico, sbocciato come un'oasi nel campo uniforme degli umili fiori campestri dell'anzianità e delle occasioni vive, i giovani ufficiali usciti dalle scuole venete del tempo si trovassero in condizioni spiccatamente favorevoli in paragone dei canuti colleghi passati per i gradi inferiori di truppa. Molti di questi erano invecchiati nelle scolte sui diruti rampari della Repubblica, a Corfù, a Parga, a Zante ed a Cefalonia, si erano temprati ai miasmi mortiferi dì Prevesa, di Vonizza e di Butrinto, avevano scritto infine l'ultimo capitolo - per quanto assai mutato nel decoro guerresco - dell'epica lotta accesasi tra la Cristianità ed il Turco, dalle crociate a Lepanto e da Candia in Morea, vigilando come sentinelle perdute verso i confini musulmani sui lontani castelli di Dernis, di Clissa e di Knin.
      Ed il bilancio del servizio di queste scolte fedeli - quasi fatte simbolo di una potenza della quale più non rimaneva che il nome - era solenne come un piccolo monumento di storia individuale. Storia dei tempi, fatta non già di novità sibbene di lunga e paziente attesa.
      Sfogliamo un poco tra le pagine di codesti titoli vetusti.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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