Occorre - diceva il Savio Zustinian al Principe - purgare una buona volta la milizia dagli ufficiali inetti, di età troppo avanzata, ovvero affetti da mali incurabili... prescrivendo la giubilazione di questi con intera paga del rispettivo grado, a moneta di ogni riparto. E le norme che sembrano da stabilirsi, sono quelle di 70 anni di età per i graduati (ufficiali superiori), di 60 anni per i capitani, capitani-tenenti ed alfieri
(62).
Ma era troppo tardi. L'esercito Veneto cadeva giusto allora sotto la rovina della Repubblica, ed i provvedimenti escogitati dal Savio alla Scrittura Leonardo Zustinian non servirono ad altro che a formare argomento di curiosità nella storia della vecchia organica militare dei Veneziani, ed a fornire oltre a ciò un buon esempio atto a comprovare come talvolta ad eguali difficoltà, o molto simili, ad onta dei mutati tempi, si procura di far fronte con espedienti assai affini.
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Sparpagliati nei diversi presidi d'Italia e d'oltremare, gli ufficiali della Serenissima non erano tra loro in eguali condizioni d'istruzione e di addestramento professionale. Quelli poi che soggiornavano nella Dominante, per le loro occupazioni da guardia oligarchica e per i loro contatti con le primarie cariche dello Stato, godevano di un prestigio che non aveva riscontro con gli altri colleghi dell'esercito.
Lo stesso carattere della milizia veneta - prevalentemente levata per ingaggio - contribuiva oltre a ciò a creare attorno agli ufficiali stessi un ambiente molto affine a quello in cui trascorrono oggigiorno la loro esistenza gli ufficiali di taluni eserciti delle libere repubbliche d'America.
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