Nullameno, ad onta di queste circostanze poco favorevoli dell'ambiente - cristallizzato nelle vecchie pratiche e nei vetusti pregiudizi, sopravvissuti ancora dal tempo delle compagnie di ventura e del Quattrocento - la decadenza militare della Serenissima brilla ancora per il nome di qualche ufficiale, salito in fama unicamente per virtł propria; ciņ che č garanzia del suo merito indiscusso. E sono nomi cari non soltanto nel ristretto cerchio della Repubblica oramai moritura, ma eziandio in quello pił vasto e luminoso della storia militare italiana.
Tra essi primeggia il brigadiere del genio militare Anton Mario Lorgna, da Cerea, fondatore di quel corpo; architetto, idraulico, topografo e matematico di gran fama, il cui nome va indivisibilmente congiunto alla riputazione del Collegio Militare di Verona, gią grande prima della caduta di Venezia, talchč non pochi eserciti stranieri facevano a gara nel richiederne gli allievi al Senato(63) ed egregia anche dopo la caduta, talchč non sdegnņ di occuparsene il Foscolo. Meritevoli di nota in questo periodo di tempo sono pure i nomi del maggiore di artiglieria Domenico Gasparoni, veneziano, ordinatore del Museo dell'Arsenale ed autore di una pregevole opera sull'artiglieria veneta dedicata al doge Paolo Senior(64); del sergente maggiore di battaglia Strątico, introduttore di considerevoli riforme nei regolamenti militari Veneti, ed infine di Giacomo Nani, per quanto quest'ultimo appartenga per provenienza alla marina, ma per anima e per circostanze della gloriosa sua camera delle armi all'esercito, intorno al quale scrisse il volume inedito dal titolo Della Milizia Veneta(65) e l'opera perduta relativa alla difesa di Venezia(66).
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