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      Le cinture ed i pendoni (tracolle) delle spade erano di pelle bianca lucida, con scudetti di metallo recanti in rilievo l'emblema del leone di San Marco: gli scudetti degli ufficiali subalterni erano semplicemente inargentati, quelli dei capitani inquartati dentro un ribordo dorato, quelli degli ufficiali superiori infine erano tutti dorati(73).
      Quanto alle armi, abolita definitivamente la picca nel 1790, le lame delle spade, le fasce ed i puntali dei foderi dovettero, in tutto e per tutto, uniformarsi al modello prescritto dall'Ordinanza dello Strątico.
     
     
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      Prima di lasciare l'argomento degli ufficiali veneti, occorre aggiungere ancora qualche cenno che valga a lumeggiare la loro posizione interiormente ed esteriormente all'ambiente militare del tempo.
      I sistemi di ingaggio delle truppe - sopravvissuti a Venezia per lunga tradizione fino dall'epoca delle compagnie di ventura - riflettevano di necessitą sugli ufficiali la fisionomia particolare di comandanti non tanto d'uomini, quanto di custodi di merce acquistata a suon di quattrini dalla Serenissima sul mercato dei soldati di mestiere.
      Si spiega quindi come, dato tale ambiente, le occupazioni dell'ufficiale fossero in prevalenza amministrative, anzichč tecniche, educative e morali. Le tradizioni del reggimento, i ricordi dei principali fatti di guerra - che solevano tramandarsi egregiamente in Piemonte tra le milizie paesane - non avevano quindi un equivalente riscontro morale tra i Veneti, neppure tra le cerne dei migliori tempi della Serenissima.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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