La Serenissima doveva quindi essere pronta a tutelare un bene senza disporre della necessaria forza per allontanare il male.
In questi frangenti l'unica forza e speranza erano le cerne. Per rimetterle in valore si presentavano due partiti: l'uno derivato dalla consorteria conservatrice militare veneta, l'altro dal piccolo nucleo dei riformatori. Il primo caldeggiava un largo e fecondo innesto delle cerne nelle truppe prezzolate, per scansarle dalla prossima morte mediante una trasfusione di sangue rigoglioso in un corpo infermo, e proponeva quindi un amalgama; il secondo partito mirava invece decisamente a soppiantare i regolati ed a surrogarli senza compromessi di sorta con le milizie paesane.
Vinse il partito dell'amalgama, dopo molte discussioni accademiche sui pregi di un metodo e sugli svantaggi dell'altro, mentre il vento di fronda che veniva dalla Francia si era oramai tramutato in procella.
Fino dalla primavera del 1791, il Savio aveva esortato le primarie cariche militari a riunirsi per concretare i provvedimenti più adatti a riordinare le cerne.
Per questi studi mancavano però i dati di fatto, poichè la costumanza delle mostre generali e dei mostrini era passata in dissuetudine come un'anticaglia, sicchè convenne attendere ancora un'altra primavera per riordinare i ruoli e raggranellare gli inscritti, "essendo questi quasi tutti ammogliati, laonde si credono dispensati, quantunque non cassi, oltrechè non sono poche le emigrazioni nel territorio e le morti avvenute da tempo"(123).
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