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      Finalmente, nella primavera del 1794, le cerne riapparvero alla luce in uno degli ultimi tramonti della Serenissima. La fusione di esse con i regolati era allora al sommo dei pensieri del Senato, "che si proponeva, non già di ripetere da questo corpo una truppa agguerrita, capace di marciar subito tutta unita e direttamente contro il nemico, ma bensì un corpo da potersi, tutto o in porzione, prontamente unire alle altre truppe... disposto ad essere in assai più breve tempo delle reclute comuni istruito nelle militari evoluzioni, reso capace a presidî, difese e battaglie. Tale essendo il servizio che da esso corpo si propone di ritrarre il Senato, basterà disporre quello che può essere atto a preparare ed ottenere dalle cerne subito l'occorrente da poter divenire, con poche istruzioni, un ottimo soldato"(124).
      Ma per questo amalgama - compiuto per di più in evidente condizione di inferiorità delle cerne rispetto ai regolati - occorreva una certa misura tra gli elementi da fondersi, affinchè riuscisse una forte e vigorosa combinazione non già un miscuglio instabile. Si addivenne così al partito del sorteggio, ossia all'estrazione tra le cerne, ed all'adozione di una ferma biennale da attribuirsi a quei descritti cui sarebbe toccato in sorte di amalgamarsi con i regolati.
      La costumanza d'altronde aveva qualche precedente nei periodi delle neutralità anteriori, specie nel 1703 e nel 1709(125), sicchè fu accolta dalle masse campagnuole con uno spirito di rassegnazione che parve superare le aspettative.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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