In questo modo, nel maggio dell'anno sopra ricordato, si ingaggiarono sull'altra sponda dell'Adriatico 500 reclute, e cioè 125 nell'Istria Veneta e 375 nella Dalmazia, sorteggiate rispettivamente e proporzionatamente sopra un contingente di 525 uomini atti alle armi della prima provincia e 1375 nella seconda. Il mese successivo si levarono altre 450 reclute tra le cerne di Terraferma e nell'agosto altrettante in Dalmazia: in complesso 1400 uomini in 4 mesi. Erano esenti da questa prestazione i comuni della Bresciana, per l'antico privilegio loro di servire con la gente solo nell'interno della terra, sicchè quelle cerne si incorporarono nei presidi della provincia e più precisamente nelle due compagnie dei fanti italiani di presidio in Orzinovi.
Ma, più che altrove, questi primi saggi di coscrizione avevano incontrato grande favore sull'altra riva dell'Adriatico. "L'estensione della Dalmazia - diceva la relazione di un piedilista dall'epoca - la sua aperta e moltiplicata confinazione esigendo talora per l'indole dei finitimi uno straordinario aggregato di individui, anche per una sola occasione al servizio, così si arrolano ivi le colletizie, le quali sono più adatte di ogni altro per la loro nascita ed educazione a difendere i focolari ed il pubblico suolo. Armigeri per istituto, essi non hanno bisogno di annui esercizî che li addestrino come i sudditi della Terraferma e dell'Istria, ma cadono ben volentieri in stipendio per il solo tempo del servizio che fanno nel corpo delle colletizie sotto i loro ufficiali che, stipendiati con costanti tenuissime paghe, tengono una certa sopravveglianza sull'andamento dei sudditi della Sardarìa (o rispettivo contado), sono come accreditati e riveriti dalla popolazione e preposti al caso a dirigerla con paghe in tal caso corrispondenti al grado che dalla pratica è loro accordato per rientrare, tosto che cada la ragion dell'armo, nel consueto metodico loro piede"(129).
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