Ma l'occasione desiderata di creare un cosiffatto strumento, utile insieme all'esercito e dallo Stato, mancò per l'ignavia degli uomini e per l'indifferenza dei tempi. Rimase solamente traccia del buon proposito, della sua pratica assai tardiva, e, come simbolo, il prestigio del nome di un illustre ufficiale degli ingegneri militari veneti che, da solo, bastò alla deficienza di tutti gli altri. Tale fu il brigadiere Giovanni Mario Lorgna(167) - più volte ricordato - la cui sfera d'attività va indivisibilmente congiunta a quella di Bernardino Zendrini(168), il celebre matematico della Repubblica che studiò e costrusse Murazzi, ed a quella degli ingegneri idraulici che sistemarono l'alveo del Brenta ed il suo Taglio Nuovissimo(169).
Ma la fama militare del brigadiere degli ingegneri Lorgna va sopratutto collegata alla pratica degli insegnamenti da lui professati per sette lustri nella scuola d'applicazione di artiglieria e genio della Serenissima in Verona, agli studi sull'impiego delle mine, sul miglior rendimento degli esplosivi e sul tracciamento delle gallerie, a qualche restauro ed ampliamento nelle fortezze di Mantova, di Legnago e di Peschiera, ai rilievi topografici da lui intrapresi nel territorio irriguo del Polesine, con il concorso dei suoi allievi, con la cooperazione di Giacomo Nani e con l'aiuto delle tavolette pretoriane commissionate, per iniziativa del Lorgna medesimo, in Inghilterra(170).
Frutto di questi ultimi lavori fu la grande carta corografica della regione del basso Adige, pubblicata però dalla Serenissima tanto tardi che essa servì prima ai suoi nemici - Austriaci e Francesi - che ai Veneti.
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