I ravveduti termineranno invece lo ingaggio nella truppa dove saranno nuovamente trasferiti".
I travagliatori non erano adunque che tristi soggetti allontanati dall'esercito, e la cura di liberarnelo al possibile primeggiava sopra ogni altra, ad onta della rovina delle fortificazioni veneziane e della fosca dipintura del sopraintendente Moser. Fu soltanto pochi mesi prima della caduta della Serenissima che il generale Strątico richiese effettivamente al Savio alla Scrittura di istituire un corpo del genio militare, con attributi e cņmpiti da arma nel senso moderno; "formando finalmente un corpo di guastatori, istrutto nella costruzione dei trinceramenti ed opere campali sotto la direzione degli ufficiali ingegneri e nella gittata dei ponti per il passaggio dei fiumi. Cosģ ad ogni comando nulla verrebbe a mancare, tanto per muovere la truppa contro l'oste nemica che per assicurarle una forza superiore alla medesima".
Ma lo Strątico scriveva cosģ soltanto il 20 luglio 1796(193).
CAPO VIII.
La cavalleria veneta. Le armi nel loro complesso, il governoed il riparto difensivo e territoriale. I veterani.
Le glorie della cavalleria leggera stradiotta erano sfiorite da gran tempo. I fieri cavalieri albanesi - o cappelletti - al soldo della Repubblica, vestiti di abiti succinti, armati di piccolo scudo, di lancia e di spada, che avevano empito delle loro fulminee gesta i campi d'Italia nel Cinquecento, si erano a grado a grado ammansiti. Avevano dapprima smussate le unghie, poscia ripiegate le zanne e si erano da ultimo confusi e perduti in un largo innesto nei pił miti cavalleggeri Dalmati e Croati.
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