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      Nč per essere di gią terminata la stagione delle campali evoluzioni(210) si introdusse l'inazione nella piazza. Mentre quel comandante delle armi profitta di questa stessa circostanza per stabilirvi il giornaliero servizio, senza tenere di soverchio occupata la truppa che gode di altrettanto riposo e coglie sempre le buone giornate per esercitarle anche riunite in corpo, il medesimo si propone alla ventura primavera di eseguire anche col presidio qualche evoluzione di tattica
      (211).
      Le buone intenzioni avevano adunque fruttato qualche cosa. Pił tardi, nel luglio del 1796, il sergente generale conte Strątico - il fautore di una artiglieria veneta da battaglia leggera e manovriera ed il riformatore del regolamento di esercizi per le fanterie italiana ed oltremarina - riaffermava ancora la necessitą di queste manovre d'assieme, nella premessa al ricordato regolamento e nel carteggio che esso diede luogo tra lo stesso Strątico ed il Savio di Terraferma alla Scrittura in carica.
      Con la visione oramai netta e precisa della patria violentata sul margine delle lagune - come al tempo della guerra di Cambrai - quel generale vagheggiava la costituzione di alcuni campi stabili sotto ai forti di San Pietro in Volta e di Malamocco, presso i trinceramenti della Motta detta di Sant'Antonio e presso il Lido, allo scopo di formarne una scuola d'armi e d'armati sempre pronta ad ogni evenienza, sempre desta ad ogni minaccia; di apparecchiare insomma un buon istrumento di difesa per Venezia e per l'estuario.


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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