Le migliori famiglie dalmate quivi dovevano acquistare i titoli per l'esercizio del governo sui conterranei, in nome della stessa Serenissima, e questo automatico ricambio di uomini e di reggitori raddolciva le suscettività individuali e collettive delle municipalità dalmate e le cointeressava agli accorti fini politici della Repubblica.
Nelle principali fortezze i governatori delle armi erano inoltre coadiuvati dai così detti maggiori alle fortezze, tratti in buona parte dal corpo degli artiglieri, con incarichi esclusivamente sedentari. Non mancavano però degli strappi a tale consuetudine circa il reclutamento di questi ufficiali, e tra gli altri merita particolare rilievo quello che si verificò nel 1794 quando - nell'assoluta impossibilità di trovare un posto agli ufficiali promossi per merito di guerra da Angelo Emo - convenne trasferirli appunto nel personale delle fortezze, senza riguardo di sorta all'ufficio ed all'arma di provenienza.
I còmpiti di questi ufficiali alle fortezze erano assai simili a quelli che, sotto la Francia del vecchio regime, erano attribuiti ai majors ed agli aides majors généreaux des logis(221).
Poche parole rimangono da dire intorno alla dislocazione effettiva delle truppe venete. I documenti più autorevoli in materia sono per certo i "Piedilista generali di tutte le pubbliche forze" compilati all'Inquisitorato sull'amministrazione dei pubblici ruoli. Codesti specchi, che servivano di base ai càlcoli relativi alla forza bilanciata dell'esercito della Repubblica, comprendevano gli effettivi sotto le armi, gli aumenti e le diminuzioni dei fazioneri in confronto del periodo di tempo immediatamente precedente, gli amassi o risultati delle nuove leve, i cassi o congedati per compimento d'ingaggio o per inabilità fisica, i fuggiti o disertori, i morti, i passati di riparto o trasferiti ad altra sede, ed infine i realditi, o condannati la cui pena era sospesa momentaneamente per revisione di processo(222).
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