Di queste ultime si avvantaggiavano in particolar modo i cannonieri, intendendo con ciò la Serenissima di conservarsi sotto mano - prima della fondazione del Reggimento Artiglieria e subito dopo di essa - una certa riserva di militari pratici delle artiglierie per far fronte alle eventuali esigenze.
Ma poichè lo scandaloso costume delle mezze-paghe, che manteneva a spese del pubblico erario una falange di fannulloni e di disadatti fu abolita nell'anno 1777, un'ondata di postulanti e di malcontenti venne a rifluire alle unità organizzate degli invalidi. Se ne rammaricava inutilmente il Senato, rilevando il grave danno pecuniario che causava tale corrività, eccitando il Savio alla Scrittura a provvedere: "perchè questa caritatevole disposizione (dei benemeriti) non vada a danno del dinaro pubblico, nè trovi il privato interesse una fonte di illeciti vantaggi"(235). La piaga però aveva troppo salde e profonde radici, d'altronde le strettezze dell'erario non permettevano di concedere giubilazioni che ai militari fatti decrepiti sotto l'assisa repubblicana; e ciò non poteva accadere di solito che verso i 60 o 70 anni di età.
Nel 1790 esistevano nell'esercito veneto 7 compagnie o distaccamenti di benemeriti. Una compagnia di essi era dislocata al Lido e nelle opere contermini, una a Palmanova ed una nel Castello di Brescia. Un distaccamento assai numeroso di quei vecchi soldati guardava il forte di San Pietro dei Nembi sotto Zara, un altro quello del Maltempo presso Venezia, i due ultimi infine erano dislocati a Zara e nel Collegio Militare di Verona.
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