Principale cņmpito di questi benemeriti era il servizio di guardia agli istituti ed edifizi militari affidati alla loro custodia, "senza mai staccarsi dal posto sotto qualunque pretesto, per ubbidire ai comandi che loro venissero impartiti e vietando l'asporto di pubblica o di privata roba"(236).
CAPO IX.
L'addestramento della truppa veneta.
Cadeva la Repubblica quando, dopo una serie di reiterate istanze intese a porre in rilievo la vetustą dei regolamenti tattici compilati dal maresciallo Schoulemburg al principio del secolo XVIII - sui quali era passato indarno tutto lo splendore dell'arte federiciana - il Senato si induceva finalmente a nominare una commissione con l'incarico di redigerne dei nuovi. Si trattava anzitutto di rendere pił agili e manovriere le forme tattiche della fanteria, anchilosate ancora nella vecchia suddivisione di ali, di divisioni e di plotoni, di imprimere maggiore impulso al fuoco, scioltezza agli ordinamenti e vigoria alle azioni da combattimento.
La circostanza che un buon nucleo di truppe venete si trovava raccolto sotto Verona, e che il generale Salimbeni ed il governatore delle armi di quella cittą avevano cominciato ad esercitarle in simulacri di esercitazioni e di manovre, si presentava assai propizia per compiere le necessarie esperienze della riforma dei regolamenti.
Nella primavera del 1795 una commissione composta dal detto generale Salimbeni, dal sergente generale Strątico e da altri ufficiali inferiori, compiva infatti la prima metą dell'opera, cioč quella della revisione della parte formale dei regolamenti tattici dal titolo "Esercizi personali per gli Uffiziali, bassi-uffiziali e soldati della truppa veneta", e la presentava al Savio di Terraferma alla Scrittura Iseppo Priuli con una dotta relazione a corredo, acciocchč questo magistrato la rassegnasse a sua volta al Doge.
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