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      Semplificavano oltre a ciò - nei limiti del possibile - il maneggio dell'armi ed assottigliavano d'alcun poco il pesante bagaglio delle evoluzioni, delle marce, delle contromarce e delle colonne d'attacco.
     
     
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      Per eseguire i movimenti con la spada, oramai definitivamente sostituita alla picca fino dall'anno 1790(238), gli ufficiali dovevano prendere la posizione di attenti, epperciò essi dovevano: "impiantarsi con la vita dritta, petto in fuori, capo alto, tacchi tra loro distanti di due dita, punte dei piedi in fuori, ginocchia tese, braccia pendenti al naturale in giù, cappello che riposi sopra le ciglia ma voltato un poco verso sinistra"(239).
      I movimenti con la spada erano 17 e cioè: spada alla mano o in parata, primo saluto, spada in parata, secondo saluto, spada in battaglia, spada in parata, spada all'orazion, spada in parata, spada a funeral, spada in parata, spada in riposo, spada in parata, spada in battaglia, spada in riposo, spada in battaglia, spada in parata, spada nel fodero.
      Il saluto con la spada si rendeva dagli ufficiali veneti presso a poco come si pratica oggigiorno e così si salutavano:
      L'Ecc.mo Savio di Terraferma alla Scrittura, i Provveditori Generali da Mar, della Dalmazia e gli Ecc.mi Capi di Provincia in Terraferma
      . Per rendere onore alle altre autorità militari il saluto con la spada si arrestava al primo tempo dell'odierno saluto, e cioè "con la coccia della spada "dirimpetto al mento, alla distanza di un palmo, guardamano voltato verso il lato sinistro e lama verticale e di piatto".


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La Campagna del 1796 nel Veneto
Parte I (la decadenza militare della serenissima. Uomini ed armi)
di Eugenio Barbarich
Tip. E. Voghera Roma
1910 pagine 199

   





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